Martedì 11 Agosto 2009,
Falcade Il Comitato contro
la cementificazione della Piana di Falcade, salito alle cronache da
un paio d'anni dopo una raccolta di firme che ha coinvolto l'intero
paese e molti turisti, torna alla ribalta sottolineando una notizia
attesa da decenni: l’autorizzazione dello stemma per il Comune. Lo
scorso ottobre, infatti, il Presidente Giorgio Napolitano, a seguito
della domanda proposta nel lontano 1929, ha decretato di concedere
finalmente a Falcade uno stemma ed un gonfalone, quello che troneggia
nella sala consiliare, senza che si fosse mai parlato
dell’autorizzazione. Questa la
descrizione dello stemma: «Di azzurro, al gruppo montuoso del
Focobon, d'oro, con le tre vette innevate di argento, uscente dai
fianchi e fondato sulla pianura erbosa di verde, sormontato dal falco
volante al naturale, caricato da quattro abeti di verde, ordinati in
fascia, nodriti nella pianura erbosa». Da questo decreto il comitato
rilancia le proprie battaglie e la «costante vigilanza».
«Quella pianura erbosa di verde, quella piana di Falcade
evidentemente così connaturata all'esistenza stessa del paese da
figurare, con una descrizione così suggestiva - commentano Patrizia
Murer e Magda Genuin - proprio nel suo stemma, c'è ancora. E' ancora
là, con il suo prepotente verde a dire che è estate, che vi si può
ancora passeggiare, correre, organizzare feste e giochi; insomma che
qualunque età si abbia la si può ancora fruire».
Il comitato contro la cementificazione della Piana non si illude
tuttavia «che ogni questione sia risolta, e rimane vigile. La gente
di Falcade e tutti coloro, e sono stati tanti, che hanno partecipato
e vissuto le vicende legate alla Piana ed hanno contribuito a
sventare fino ad oggi la minaccia delle ruspe, non dovranno
consentire che speculazioni ed interessi di pochi portino via a
questo paese quella che il suo stesso sindaco, Stefano Murer, ha
definito "polmone verde", ma che è da considerare anche e
soprattutto il cuore vivo e pulsante di Falcade». Una guardia alta
ancor più motivata «in considerazione della decisione dell'Unesco
di inserire le Dolomiti nel patrimonio dell'umanità».
Infine l'annotazione circa l'eliporto realizzato sulla piana che non
convince appieno il comitato. «I
falcadini - concludono Murer e Genuin - hanno visto da sempre
atterrare gli elicotteri in qualunque luogo occorresse: la scorsa
estate ne hanno visto uno persino davanti a un pub, in pieno centro
storico, perché proprio lì c'era bisogno di un soccorso. Perchè
allora piazzare questa nuova pista di atterraggio, peraltro non
illuminata perchè i soldi sono finiti, nel bel mezzo della Piana?
Esistevano certo altri luoghi, forse più adatti e sicuramente meno
sconvenienti». Mirko
Mezzacasa
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