FALCADE. Rizzi contro Murer sulla questione Focobon. La chiusura del
più vecchio albergo di Falcade scalda gli animi in Valle del Biois
dove le dichiarazioni del sindaco Stefano Murer hanno avuto
l’effetto di far arrabbiare il consigliere provinciale locale, Cesare
Rizzi. Murer si era detto amareggiato per la cessazione
dell’attività e aveva fatto capire che la causa, almeno in parte, è
figlia del “congelamento” del piano urbanistico attuativo votato
dalla Giunta nel marzo 2007 e avversato da una petizione popolare di
2102 firme che hanno detto no ad una colata di 40 mila metri cubi
di cemento sulla Piana. «Sono sconcertato dalle dichiarazioni
del sindaco», attacca Rizzi, «poteva amareggiarsi prima visto che sa
come stanno le cose al Focobon e non ha fatto nulla per aiutare
l’albergo. Ora non può cadere dalle nuvole». Il primo cittadino di
Falcade aveva addirittura parlato di “colpa” dell’amministrazione
comunale che, fermando il piano urbanistico attuattivo, avrebbe
impedito un possibile allargamento dell’area dell’albergo sulla Piana.
Parole nelle quali il consigliere Rizzi vede la volontà di
addossare le responsabilità della chiusura al Comitato contro la
cementificazione della Piana di Falcade. «Murer», dice, «ha
trovato nel Comitato un capro espiatorio. La realtà è che questa
amministrazione non si è prodigata per il turismo, infatti anche altri
esercizi stanno chiudendo. Il sindaco non può fare queste
dichiarazioni, deve prendersi le sue responsabilità». Per Rizzi,
in definitiva, la chiusura del Focobon è solo l’ultimo tassello di una
situazione che da anni sta degenerando e della quale sarebbe
artefice anche l’ex sindaco Bepi Pellegrinon che ieri si era rammaricato
per la sorte dell’albergo. «Pellegrinon», incalza Rizzi, «ha
fatto costruire case dappertutto e ora s’inventa le soluzioni, ma
quello che ha fatto è stato più negativo che positivo». Insomma, ciò
che tre anni dopo fa ancora discutere a Falcade, è il cemento di
ieri, di oggi e magari anche del futuro. Gli alberghi chiudono,
gli appartamenti restano sfitti e c’è chi tiene d’occhio il congelatore. G. Santomaso |
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